Polkadot dalle origini a oggi: Come sta evolvendo il network. Parte 2
Contenuti
- Kusama Network
- Le fasi di lancio di Polkadot
- Dopo il lancio delle parachain
- …Verso il futuro. La direzione del progetto
Nel 2017 Gavin Wood e il ricercatore blockchain Peter Chaban, entrambi parte di Parity, fondano la Web3 Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro che punta a sostenere la ricerca e sviluppo dell’ecosistema Polkadot e a coordinare le iniziative di raccolta fondi. Il primo pre-ordine di token per finanziare Polkadot viene reso disponibile a ottobre 2017 e raccoglie $144.5 milioni in sole due settimane. Durante questa fase, l’interesse nel progetto viene espresso in particolare da grossi clienti e organizzazioni istituzionali che vogliono sostenere una “versione migliore di Ethereum” e crescere con essa nel lungo termine.
Kusama Network
A maggio 2018 gran parte del codice è stato scritto e Polkadot inizia a testare la relay chain e il supporto per le parachain. A gennaio 2019 Polkadot introduce il primo testing network, Alexander testnet. Il rilascio più significante arriva ad agosto 2019 con il lancio di Kusama. Kusama è un’intera blockchain con architettura identica a Polkadot (completamente non verificata e non controllata) che funziona molto più velocemente di Polkadot.
Lo scopo di Kusama è di essere il “canarino nella miniera” e scoprire in anticipo possibili problemi con le parachain, la relay chain, la governance, lo staking, lo sharding, o l’implementazione di Substrate. Kusama è l’ambiente ideale per testare audaci scelte di design e verificare come il network risponde in condizioni reali. Per incoraggiare la partecipazione a Kusama, l’1% della riserva del token principale (DOT) viene assegnata agli stakeholder di Kusama.
Finora Kusama ha funzionato senza problemi, attraendo nuovi progetti e connettendo nuove parachain attraverso un sistema di aste. Il valore di mercato di Kusama a luglio 2022 era di circa $420 milioni e ha toccato i $5.02 miliardi a maggio 2021, solamente due anni dopo il suo lancio. Questi risultati sarebbero impressionanti per qualunque blockchain, in particolare una di collaudo.
Le fasi di lancio di Polkadot
Polkadot decide di implementare una strategia divisa in fasi per lanciare il suo network principale. La Web3 Foundation avvia l’implementazione della prima rete principale di Polkadot a maggio 2020. A seguito di ciò, la maggior parte degli utenti può:
- Ottenere token dal loro contratto di Ethereum
- Stake token e dichiarare la loro intezione di essere validatori o nominatori
Alla fine di giugno Polkadot entra nella seconda fase, chiamata Nominated Proof of Stake. Questo stadio del processo permette ai possessori di DOT di ottenere validator slot e sbloccare le ricompense generate dallo staking.
Dopo aver verificato il corretto funzionamento del network, la Foundation rilascia un altro aggiornamento a luglio. Questo abilita l’intero controllo del sistema: il potere viene trasferito nelle mani dei possessori dei token DOT. Da questo momento il futuro di Polkadot appartiene alla comunità.
Polkadot, fatto salvo Ethereum, ha di gran lunga la più numerosa comunità di sviluppatori (persino prima del lancio di XCM v3).
A questo punto, le parachain vengono testate e ottimizzate sia sulle testnet che su Kusama. Dopo che il codice è stato completamente testato e verificato, e il lancio su Kusama avviene con successo, il sistema di Governance viene lanciato ufficialmente su Polkadot.
È importante non dimenticare che tutto questo è stato fatto su un network in produzione con un valore di mercato che può competere con la maggior parte delle Fortune 500.
Il 20 dicembre 2021, dopo cinque anni di ricerca e sviluppo, si svolgono le prime aste per gli slot delle parachain, i primi cinque vincitori vengono annunciati e comincia il lancio delle loro chain collegate alla relay chain. Si conclude così l’ultima fase del lancio di Polkadot v1. Il network è ufficialmente live. Secondo l’idea di Wood, da questo momento tutto il resto è nelle mani della comunità, la quale può determinare, grazie al proprio voto, le funzionalità da aggiungere e gli aggiornamenti da fare col tempo.
Dopo il lancio delle parachain
Le aste per gli slot delle parachain hanno immediatamente creato grossi profitti. Acala, un network DeFi con la propria stablecoin nativa, ha ottenuto il primo slot vincendo l’asta con 32.5 milioni di DOT in voti (all’epoca circa $1.28 miliardi). La seconda asta è stata vinta da Moonbeam, una piattaforma per smart contract compatibili con Ethereum, con 35 milioni di DOT (circa $1.4 miliardi). Nelle prime battute, le aste per l’acquisizioni di slot parachain si rivelano battaglie fra giganti, con comunità numerose a supporto di ogni vincitore. Le tre aste successive vengono vinte da Astar, Parallel Finance, e Clover.
A questo punto il prezzo di DOT va alle stelle. Da soli 15 dollari nell’estate 2021, il prezzo raggiunge i 53.88 dollari a novembre, proprio all’apice della “battaglia” per ottenere uno slot per connettersi alla relay chain.
Un report prodotto da Electric Capital ha scoperto che l’ecosistema Polkadot ha il numero più alto di sviluppatori di cryptovaluta dopo Ethereum, ma sta crescendo a un passo più rapido di quest’ultima (persino rispetto a quando Ethereum era agli albori). Nel frattempo, a febbraio un’analisi da parte del Crypto Carbon Ratings Institute (CCRI) prova che Polkadot ha l’impatto ambientale più basso tra tutte le cryptovalute.
Sfortunatamente a maggio 2022 inizia quello che è stato ribattezzato “Crypto Winter” con il crollo in valore di UST e LUNA. Gli utenti iniziano a liquidare i propri fondi in altcoin, progetti nuovi e persino stablecoin (l’USDT ha perso quasi $20 miliardi in appena due mesi). Il prezzo di DOT scende da $25 (marzo) a meno di $7 (giugno).
Nonostante tutto, DOT rimane di gran lunga la cryptovaluta più popolare tra i fondi crypto istituzionali dopo BTC e ETH. A giugno 2022 Messari Fund conferma che Polkadot è senza dubbio il token più comune tra gli 82 fondi crypto seguiti da loro.
Nell’ultimo periodo sono stati lanciati numerosi aggiornamenti di Polkadot, incluso lo standard in inter-comunicazione (XCM), che permette l’interoperabilità delle parachain. Da maggio 2022 XCM permette lo scambio di asset tra blockchain interconnesse, inclusi DOT e NFT. Notevoli aggiornamenti sono anche stati eseguiti sul protocollo di message passing tra blockchain (XCMP), sono stati abilitati i parathread e ci sono stati vari miglioramenti al sistema di governance.
Questi upgrade e tutti quelli futuri vengono attualmente approvati dalla comunità tramite la governance on-chain una volta che lo sviluppo, i test, i benchmark, e tutti i controlli sono stati completati.
Oggi il valore di mercato di DOT è più di 6.7 $ miliardi, che lo rende una delle prime 10 cryptovalute al mondo. Kusama, il token del “canary” network, vale più di 420 $ milioni. Alcune valute delle parachain sono valutate tra i 100 e i 300 milioni di dollari. L’ecosistema Polkadot, nonostante il “Crypto Winter”, correntemente vale più di 10 miliardi di dollari.
…Verso il futuro. La direzione del progetto
Comparazione di Polkadot ed Ethereum 2.0
Durante la vendita privata di token che ha preceduto il lancio di Polkadot, la Web3 Foundation ha raccolto $60 milioni e raggiunto un valore di mercato di $1.2 miliardi, raggiungendo lo status di “unicorn” anni prima di essere rilasciata al pubblico. Tutti i 500 mila DOT messi a disposizione (il 5% della disponibilità totale) sono stati venduti e gli investitori avrebbero voluto acquistarne di più. A ottobre 2017, prima della vendita privata di token, Polkadot aveva raccolto $144 milioni grazie a una vendita pubblica di 10 milioni di DOT.
La compagnia adesso usa il ricavato della vendita di DOT per finanziare le iniziative dell’ecosistema e sostenere progetti per lo sviluppo dei prodotti di Polkadot (vedi anche: il Polkadot Ecosystem Fund). Il fondo ha sovvenzionato oltre 100 progetti su Polkadot solo nel 2021. Nel mentre, nuove parachain continuano a venir lanciate e connesse alla relay chain e lo sviluppo di dApps per ognuna di esse è solo alle prime battute…
Il primo launchpad con supporto completo per XCM, Polkapad, dovrebbe venir lanciato in autunno. Polkapad permetterà agli utenti di mettere liberamente in stake le loro risorse da qualsiasi parachain e di ricevere allocazioni da qualsiasi altra. Questo aiuterebbe non solo gli investitori, ma anche le startup che vogliono lanciare una parachain. L’intero ecosistema potrebbe sostenere un progetto, indipendentemente da dove questo decide di andare live. Questo approccio renderebbe Polkadot ancora più attraente per nuovi progetti, specialmente per le dApps più piccole.
In un’intervista rilasciata a dicembre 2021, Gavin Wood ha svelato in dettaglio cosa succederà nel secondo capitolo della storia di Polkadot, che potremmo chiamare Polkadot 2.0. Secondo Wood, i focus di Polkadot 2.0 saranno aumentare la scalabilità, l’interoperabilità, la gestione finanziaria, e la facilitazione dell’onboarding delle parachain. La ricerca in questo momento si sta anche concentrando su:
- Economia e interazione all’interno delle parachain
- Scalabilità orizzontale e verticale; massimo numero di parachain che potrebbe efficacemente sostenere la crescita orizzontale
- Connessione di multiple relay chain attraverso parachain. Come funzionerebbe l’XCM in questo caso? I validator saranno in grado di validare blocchi su più relay chain?
La versione corrente di Polkadot supporta 100 parachain. Partendo dal presupposto che ognuna può processare almeno 10 TPS (transactions per second, o transazioni al secondo), la produttività dell’intero network sarebbe di 1000 TPS. Polkadot 2.0 verrebbe progettata per permettere a ogni parachain di funzionare come una relay chain a se stante, con altre parachain ancorate a essa. Questa struttura ad albero teoricamente garantisce una scalabilità illimitata. A un certo punto la relay chain principale potrebbe diventare un ostacolo, ma solamente per la validazione di alcuni processing input in coda (d’altra parte, le parachain possono comunicare direttamente tra di loro grazie a XCM). Secondo una prima stima, la struttura ad albero di Polkadot permetterebbe al network di ingrandirsi di 10,000 volte rispetto a qualsiasi altra blockchain basata su Proof-of-Stake.
Come menzionato da Gavin Wood in diverse interviste, questa struttura ad albero potrebbe essere la principale ragione per l’adozione di massa di Polkadot. Gli utenti non dovrebbero mai far fronte a costi elevati o ritardi nei trasferimenti mentre utilizzano applicazioni decentralizzate e permissionless (senza permessi). Teoricamente un network Polkadot è in grado di sostenere un qualsiasi numero di progetti e migliaia o persino milioni di dApps senza avere i problemi di limitazione di cui soffre Ethereum al momento. Sempre in teoria, Polkadot potrebbe veramente diventare una base solida per l’Internet 3.0, proprio come i primi entusiasti della blockchain hanno immaginato anni fa.